Giulia Giordano

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Rompere il guscio – Workshop di teatro itinerante

Rompere il guscio – Workshop di teatro itinerante

Posted by on Mar 18, 2023 in blog, Foto | 0 comments

Tra pochi giorni sarò di nuovo in Italia, dopo le mille avventure a Tenerife con i miei workshop in spiaggia al Medano e in una yurta stupenda in cui per la prima volta ho lavorato con un’interprete simultanea in più lingue. Siamo al sesto mese di R.A.I. ci siamo avventurate tra la Svizzera italiana, francese e la Spagna, passando per la Francia e con una pausa natalizia in Sicilia. Da gennaio le nostre fermate sono più lunghe, per darci l’occasione di lavorare, studiare, approfondire, conoscere le comunità. Tenerife ci ha aperto le porte.. Ora siamo a Barcelona, dopo il viaggio in mare dalle Canarie e poi on the road da Huelva, Andalucia. tra pochi giorni arriveremo in Italia. E ripartiremo dopo aver riparato macchina e denti 😛 Ci vediamo il 24 al Nomad e a seguire vi racconterò di presenza!

**Workshop di teatro itinerante** con Giulia Giordano al Nomad, Marta (VT) – Italy
Venerdì 24 marzo 2023 h 16,30/18,30
**Rompere il guscio**
È tempo di equinozio. È tempo di essere semi di cambiamento e rompere il guscio. Trasformarci radicalmente. Sbocciare. La natura si sta risvegliando e anche noi ci rinnoviamo, animate da nuove idee da coltivare, nuovi slanci vitali, nuove visioni. Lasciamoci contagiare dall’energia ispiratrice della primavera.
Un workshop rivolto a persone che vedono oltre, amanti della poesia, artisti, donne che corrono con i lupi, spiriti liberi, viandanti, maghi, saggi, anime selvagge e esseri in continua evoluzione. è un laboratorio in cui si danza, si canta, si celebra, si gioca consapevolmente, ci si rilassa, si impara a essere presenti nel proprio corpo e nel gruppo, si lavora su improvvisazioni strutturate, si creano nuove narrazioni e visioni. Un allenamento teatrale per trasformare l’esistente nei nostri sogni più arditi.

** Giulia Giordano è un’attrice e autrice, master in pedagogia teatrale, conduce laboratori teatrali in contesti olistici, selvatici, comunitari. È in giro per l’Europa da ottobre con il suo progetto di Residenza Artistica Itinerante e sua figlia Stella Lu.

https://www.instagram.com/giuliagiordanoff/
www.giuliagiordano.it

**** a seguire per chi ha voglia si può cenare insieme, dalle 19 ci sarà un lab per bambini a cura di Nomad Kids e dalle 22 il concerto delle Wunder Tandem; a seguire Patchanka dj7.
N.B. Per il workshop è necessario prenotare su whats’up al +393407915916 

 

 

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Residenza Artistica Itinerante

Residenza Artistica Itinerante

Posted by on Nov 9, 2022 in blog | 0 comments

Da tre settimane sono in viaggio con mia figlia con un nuovo progetto: Residenza Artistica Itinerante.

Stiamo attraversando mezza Italia e attraverseremo altri paesi europei e poi altri continenti, portando laboratori teatrali aperti a persone di ogni età, cultura/provenienza, in spazi culturali, comunità, ecovillaggi, associazioni, parchi, boschi, casali, case; e sto lavorando a uno spettacolo sul cambiamento, incontrando le “pecore oro” che con le loro scelte di vita hanno contribuito a trasformare radicalmente la società, salvaguardare territori, creare un mondo più poetico; nel corso del nostro viaggio stiamo conoscendo non solo persone/personaggi, ma intere comunità che sperimentano nuovi modelli di vita e di coabitazione.

Abbiamo iniziato anche i laboratori teatrali itineranti. Siamo state a Calenzano a Orto Collettivo e nel parco di Monteoliveto a Pistoia. Il prossimo sarà a La Spezia domenica 13 al Parco dei Pesci alle 11.

Se vi va di contribuire alla realizzazione del progetto, con una donazione, anche diffondendo tra amici, o collaborando, per esempio aiutandoci a organizzare una tappa del nostro viaggio e dei laboratori, vi saremo molto grate!

https://gofund.me/f65d4134

🙏🏾
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E per seguirci nei nostri spostamenti ed eventi ci trovate su Instagram e telegram, per il momento:

https://www.instagram.com/p/CkfX4aJqUf-/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

@giuliagiordanoff

https://t.me/zonaverdeart

giuliagiordanomoinonplus@gmail.com

Rassegna Stampa:

L’arte di cambiare il mondo

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Lab di teatro nel bosco in Tuscia

Lab di teatro nel bosco in Tuscia

Posted by on Mar 29, 2022 in blog | 0 comments

 

Vengo fuori dall’eremitaggio creativo con una proposta di laboratori di teatro itineranti nel bosco e in luoghi meravigliosi della Tuscia.

I laboratori sono aperti a persone di tutte le età, in base alle richieste creeremo i gruppi, a Farnese, Marta, Bolsena e dove ci sono persone interessate. E’ una sorta di corso di *sopravvivenza teatrale* nel bosco, per spiriti liberi, cercatrici e cercatori di presenza, bellezza, consapevolezza; sognatori, creative/i, persone che non si arrendono alla tristezza della narrazione dominante e desiderano con tutta l’anima contribuire a creare un mondo in equilibrio con l’ecosistema. In questi mesi ho scoperto sentieri stupendi, cascate, terme libere, luoghi selvaggi che mi hanno nutrita nel profondo e aiutata a vedere il mondo da altri punti di vista. Ho iniziato un percorso di laboratorio teatrale a Farnese con un gruppo di persone adulte che in parte non aveva esperienze teatrali. Mi sono disintossicata dai ritmi cittadini, dalle chiacchiere inutili, dai bisogni indotti e pian piano sento che mi sto avvicinando a qualcosa di puro, qualcosa di cui sentivo un forte bisogno e che finalmente sta venendo alla luce. Ho un forte desiderio di condividere la mia ricerca artistica, le pratiche teatrali che sto portando avanti, con altre persone in cammino e bambine/i, ragazze/i che desiderano riscoprire/approfondire il contatto con la Terra, con il pianeta che ci ospita, con gli altri esseri viventi. Diventare attivatori di un nuovo paradigma, favorire il cambiamento globale, in un’ottica etica ed ecosofica.

 

Teatro In Natura (3)

Perché in natura?
 Per imparare a essere presenti nello spazio del bosco, e in altri ambienti selvatici con maggiore consapevolezza, per ampliare i sensi, perché in natura si lavora con rischi, continui cambiamenti,  in ascolto del proprio corpo, dell’ambiente e del gruppo, in costante connessione con il Tutto. La soglia tra il sé e l’ecosistema diventa più sottile e si può lavorare a fondo sui propri limiti, schemi, sul rapporto tra i confini dell’io e l’infinito, sugli archetipi, sulla ricerca di armonia tra struttura e libertà. Farsi ispirare dalla bellezza, l’abbondanza e l’equilibrio della natura.
Ovviamente natura e cultura sono interconnesse, ci interessa favorire osmosi tra il territorio e chi lo abita: in un secondo tempo organizzeremo incursioni teatrali nei borghi vicini. L’obbiettivo è anche valorizzare gli incontri serendipici e  incentivare gli scambi internazionali e trans-generazionali.
In che consiste il laboratorio?
Si giocherà insieme, si canterà in gruppo, si faranno molti esercizi fisici, esercizi creativi, sulla fiducia, lo spazio, i sensi, il sentirsi stormo, e improvvisazioni strutturate; si danzerà, si racconterà, si parlerà in cerchio, si sperimenteranno strumenti di comunicazione empatica; si scoprirà la scrittura scenica; si entrerà in connessione profonda con l’ambiente circostante e con gli animali; ogni tanto si andrà in paese a fare interviste, recuperare oggetti funzionali al lavoro, conoscere artigiani, storie locali..si faranno atti poetici inventati, si costruiranno bio-oggetti scenici; si deciderà insieme su cosa, e se, si vuole lavorare a livello drammaturgico, secondo gli interessi dei partecipanti e gli stimoli che arriveranno dai contesti.
Quando e dove?
Da aprile a giugno 2022 e da settembre 2022 a giugno 2023, da definire insieme ai partecipanti orari, giorni, se incontrarci con cadenza settimanale, o in workshop intensivi. In caso di pioggia forte possiamo lavorare in ampie e strutture al chiuso, a Farnese, Marta e Bolsena.
 Come si sviluppa, ci sarà uno spettacolo finale?
 Potrebbe essere che organizzeremo un incontro aperto al pubblico a fine anno, ma non è scontato, in così poco tempo: più che il risultato ci interessa scoprire il processo che porta alla creazione di un gruppo di ricerca teatrale e di uno spettacolo, dal training, alle improvvisazioni, l’analisi dei testi, la creazione drammaturgica, fino ad arrivare alla regia, che può essere anche collettiva. È un processo che vivremo in modo ludico, intuitivo e al tempo stesso con serietà e autodisciplina.
Chi sono: 
Sono Giulia Giordano, sono un’attrice, autrice e operatrice teatrale in contesti educativi (Master I.N.P.E.F. in pedagogia teatrale per contesti educativi, autorizzato dal MIUR). Mi interessa il teatro vivo, incandescente, artigianale, ecosofico, selvatico.. fuori dalla gabbia dorata del conformismo. Vedo nel teatro una grande funzione autopoietica e rivoluzionaria. Mi interessa il teatro come strumento per trasformare radicalmente la realtà, creare comunità, diffondere entusiasmo, creare un mondo all’altezza dei nostri sogni più arditi e poetici.
Curiosità e maggiori info:
Ecco il mio numero: 3407915916
Pagina Instagram: https://www.instagram.com/giuliagiordanoff/





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Proserpina sul set

Proserpina sul set

Posted by on Lug 13, 2020 in blog | 0 comments

Roma, 13 luglio 2020

Oh figlia degli déi, l’abisso ha dei terrori e dei fremiti

che il cielo non conosce

ma non comprende il cielo

chi non ha attraversato la terra e l’inferno 

(Misteri Eleusini – Eros a Persefone)

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Stiamo girando un film! Il primo dopo il lockdown. Non posso rivelare il regista e la produzione, per il momento. Sono molto felice! è un’opera ambientata nel mondo del teatro, sono un’attrice che interpreta Proserpina in uno spettacolo su Orfeo ed Euridice. Un ruolo perfetto per me, che rispecchia la mia natura ciclica e questa nuova fase di rinascita.

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In questo periodo, grazie alla mia amica Stella Schiavon (Panificazione Rituale), ho scoperto un libro meraviglioso, “Le dee perdute dell’antica Grecia” che dà voce a una narrazione matriarcale del mito di Persefone e Kore: “Un saggio che ribalta le conoscenze tradizionali sulle Dee della mitologia greca. Al loro arrivo, i popoli ellenici imposero il culto degli Dei olimpici, facendo diventare simbolo di passività, gelosia e invidia le potenti e compassionevoli Dee pre-elleniche, fino a quel momento associate alla saggezza, alla protezione e ai processi di creazione e rinnovamento della vita. L’autrice raccoglie i frammenti di quei miti e ne analizza gli archetipi mostrando come il recupero di quella sacralità mai del tutto perduta stimoli la ricerca spirituale di ogni individuo”.

Buona estate e buona vita a tutt*!

Giulia

 

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Che tempi

Che tempi

Posted by on Apr 13, 2020 in blog | 0 comments

 

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Sono tempi in cui esiste solo “il virus”e la narrazione di esso. È una malattia che modifica radicalmente la nostre coscienze, i nostri cuori, le nostre esistenze. Sono tempi in cui piovono sanzioni su chi è senza fissa dimora, o corre solo su una spiaggia, o pranza con la propria famiglia nelle periferie sul tetto senza ringhiere di un palazzo che sembra un carcere, mentre i piu ricchi (e li comprendo) organizzano indisturbati un “homeconcert”, brindano con lo champagne nei loro parchi privati in compagnia di amici, servitù e animazione per bimbi. Tempi in cui la polizia si attiva con gli idranti per impedire l’ultimo saluto a distanza a un compagno a San Lorenzo (Roma) e nel frattempo a Messina il corteo funebre del fratello di un boss gira indisturbato. Tempi in cui milioni di operai e lavoratori dipendenti domani mattina, come sempre, nella zona più colpita dal c.v., si alzeranno all’alba e andranno a lavorare a stretto contatto senza protezioni in fabbrica, a farsi sfruttare per sopravvivere. Perché ” la produzione industriale non si può fermare”… perché non si vuole ragionare seriamente su come cambiare questo sistema ormai in cancrena.
Tempi in cui produrre plastica, armi, aerei da guerra, cibi pieni di conservanti, OGM, antibiotici e pesticidi, è concesso. Fatto passare per “necessario”. Tempi in cui ci provano a convincere che potremo uscire di casa solo grazie a un vaccino. Che la natura è maligna e solo gli scientocrati e gli economisti ci salveranno.. Tempi in cui ci provano a far credere che non si può vivere senza troppa tecnologia, senza 5g, senza vivere sempre “connessi”, senza dipendenze. Tempi in cui tagliano i pochi alberi rimasti e non si capisce bene il motivo. Tempi in cui i cittadini sono diventati sudditi (questo già da un po’..ora è palese). Tempi in cui le persone fanno sogni erotici su Conte e se qualcuno parla di sindrome di Stoccolma viene definito “complottista”. Tempi in cui le file sulla Pontina vengono inventate dai giornalisti e dopo poche ore smentite. Forse per distrarre “il popolo”, alimentando paure, tensioni, per cercare di canalizzare la rabbia verso presunti “untori”, invece che contro i patriarchi al governo.
Tempi in cui si può stare in fila in città per ore davanti a un supermercato, ma fare una camminata da soli nel bosco, o un in un parco di 200 ettari, è vietato. Tempi in cui si può incontrare solo chi ha il domicilio in comune e non chi si ama, ma vive in case separate, anche se è solo/sola e rischia di diffondere solo un po’ di felicità. Tempi in cui i bambini non esistono, se non dietro uno schermo, o se vivono in un contesto molto fortunato. Tempi in cui aumentano i suicidi e le violenze domestiche, in particolare i femminicidi. Tempi in cui chi aveva qualche leggero disagio psicologico diventa matto e gli viene fatto il Tso. Sono tempi duri. Sono tempi da osservare, non basta meditare, cantare, danzare, fare dirette. Sono tempi in cui le persone che migrano si lasciano morire in mezzo al Mediterraneo, con la scusa che c’è la “pandemia”. Tempi in cui chi non è considerato “necessario” viene lasciato solo, senza poter lavorare, pagare le bollette, gli affitti. Tempi in cui arte e cultura sono considerate delle stampelle antidepressive di cui fruire da casa, meglio se attraverso uno schermo che ci fa illudere di essere vicini.
Tempi in cui si parla raramente di diritti, di collettività, e di emozioni, di anima, di bisogni del pianeta, di beni comuni. Tempi in cui la scienza è un dogma, gli scienziati, i medici, che non sono d’accordo col pensiero dominante vengono massacrati ed esclusi dal dibattito pubblico. Tempi in cui si parla troppo, io per prima. Ma verranno tempi diversi. È il momento di immaginarli, progettarli, conquistarli.





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Come San Tommaso

Come San Tommaso

Posted by on Mar 20, 2020 in blog | 0 comments

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Ho visto una vicina di casa anziana aprire la porta in mutande e mascherina pur di parlare con qualcuno. Ho visto una ragnatela sul soffitto del corridoio della zona notte. Ho visto un signore in fila davanti al supermercato con un casco integrale in testa che cercava di interloquire con una signora a tre metri di distanza gesticolando come se stesse facendo una coreografia di Pina Baush. Ho visto una cassetta piena di verdure che non avevo mai cucinato prima e un agricoltore, che dovrebbe essere biologico, portarmela a casa con la maschera antigas. Ho visto una signora di novant’anni ballare con mia figlia dal balcone di fronte mentre innaffiava. Ho visto i meccanici sotto il mio balcone lavorare di continuo, nonostante tutto, e passare “Volare” di Modugno a tutto volume dall’autoradio. Ho visto “atleti” con la mascherina correre al centro della strada e il 982 rallentare per non investirli. Ho visto un uomo fare flessioni dentro l’aiuola. Ho visto svariati cani pisciare in quell’aiuola. Ho visto un anziano signore saltare con la corda sul terrazzo condominiale. Ho visto il video di un tipo che va a buttare la spazzatura mascherato da dinosauro. Un altro di un amico che per il compleanno ci va in smoking. Ho visto uno spacciatore trasformarsi magicamente in un dogsitter. Ho visto una ragazza pattinare artisticamente mentre andava a fare la spesa. Ho visto un mare di vostre dirette e video, poi ho capito che, soffrendo di un terribile imbarazzo della scelta, preferivo guardare villa Pamphili in lontananza o le nuvole. Ho visto mia figlia scavalcare dal balcone alla mia stanza passando dalla finestra una decina di volte; ho visto il mio coinquilino piantare sul balcone persino i semi di kiwi e di limone. Ho visto due ragazzi sorridenti, senza mascherina, camminare mano nella mano; ho visto due persone fumare e bersi una birra nascosti dentro il mercato di San Giovanni Di Dio. Ho (appena) visto la vicina del piano di su buttare le briciole della tovaglia sulla mia testa mentre mi affacciavo a prendere una boccata d’aria. Ho visto due innamorati andare in bici a fare la spesa e mandarsi baci a distanza. Ho visto un signore rimanere chiuso fuori in balcone finché non ho citofonato alla moglie. Ho visto una ragazza con l’arcobaleno disegnato sulla mascherina. Ho visto tante persone uscire sui balconi al tramonto e fare un minuto di silenzio guardando il cielo per onorare i defunti, su invito del dj del condominio accanto al nostro. Ho visto tantissimi uccelli. Ho visto il cielo sempre più blu. Amor, 20 marzo 2020.

“La maggiore minaccia per la libertà non sta nel lasciarsela togliere – perché chi se l’è lasciata togliere può sempre riconquistarla – , ma nel disimparare ad amarla”. (George Bernanos)

“Come posso ottenere la liberazione?” ” scopri chi ti ha imprigionato”rispose il maestro. il discepolo torno dopo una settimanae disse: “nessuno mi ha imprigionato” “allora perche chiedi di essere liberato?” quello fu’ il momento d’illuminazione per il discepolo che improvvisamente divenne libero. (cit. anonimo)

“E anche se viveste sotto un regime totalitario, finireste prima o poi per abituarvi anche a quello, e ne accettereste le imposizioni, le limitazioni e gli aspetti più terrificanti. (…) Dovremmo chiederci se abbia davvero senso il nostro modo di vivere, al quale siamo ormai abituati”
– Krishnamurti –

(..) “Sì che cambierà, vedrai che cambierà
Si può sperare che il mondo torni a quote più normali
Che possa contemplare il cielo e i fiori
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po’ da vivere
La primavera intanto tarda ad arrivare”. – Povera Patria – F. Battiato

Io vo … tu vai … si va …
Ma non chiedere dove
Ti direbbero una bugia:
dove non si sa.
E è tanto bello quando uno va.
Io vo … tu vai … si va …
perché soltanto andare
in un mondo di ciechi
è la felicità.

(Aldo Palazzeschi – Movimento, da “Via delle Cento Stelle”)

 





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Masterclass con Anatoly Vasiliev

Masterclass con Anatoly Vasiliev

Posted by on Set 3, 2019 in blog | 0 comments

 

 

primo premio dei compagni di masterclass/Vasiliev

 

3 settembre 2019: Che meraviglia! Torno a Roma piena di desiderio. Quanto amo questo lavoro! Sarei rimasta a lavorare con Vasiliev per tutta la vita. Ho riscoperto la mia vocazione. Che immensa gioia poter essere parte di un progetto di formazione permanente così intenso. Erano anni che desideravo lavorare con il maestro. L’avevo incontrato in accademia e poi al Teatro Valle Occupato. Conosco il metodo degli etud, grazie al mio primo maestro di teatro, Domenico Cucinotta, e poi ho approfondito, sono stata uditrice in due suoi seminari 7-8 anni fa; ho letto il suo libro: “A un unico lettore” e il libro di Maria Knebel sul metodo, ma non avevo mai provato a propormi a Vasiliev come attrice, forse per insicurezza, o perché la vita mi ha portato a percorrere altre strade, prima.

Abbiamo lavorato per 17 giorni alla Trilogia della villeggiatura di Goldoni, nella fantastica cornice del Real Collegio (Lucca), coccolati dai compagni/attori del Cantiere Obraz che da sei anni organizzano questa masterclass per attori professionisti. Non conoscevo bene il testo di Goldoni, è stato davvero trasformativo scoprirlo in scena, attraverso le improvvisazioni, in dialogo con i compagni, e nell’analisi maieutica del maestro e dell’ensemble. Gli incontri non arrivano mai per caso: questo materiale scenico mi ha portato a mettere in discussione radicalmente la mia vita, le strutture che avevo creato, a ri-scoprirmi nella mia vera essenza. Non amo le gabbie dorate, eppure a volte mi rassicurano. Buttarsi nel vuoto è sicuramente rischioso, ho scelto di imparare volare. Anche grazie a Vasiliev, a cui sarò per sempre grata. Non è mai troppo tardi.

P.s. Il mio prossimo desiderio è creare un gruppo artistico con cui lavorare quotidianamente, fare training, creare spettacoli, film, e chissà. L’isolamento artistico non mi fa bene. Mi sento un albero con le radici aeree, ho bisogno di altri alberi, di muovermi, essere interdipendente, migrare e al tempo stesso radicarmi. Chissà. La direzione si troverà andando, scoprendosi energia pura, sconfinata, senza forma, o pluriforme, un’enigma, un koan, un motore che si autoalimenta, uno stormo…

https://www.youtube.com/watch?v=iwRLrz5Uceg

 

 





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Crescita in natura a Roma – Il bosco dei bambini

Crescita in natura a Roma – Il bosco dei bambini

Posted by on Feb 4, 2019 in blog | 0 comments

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Roma (Pisana): Sono molto felice di invitarvi a questo evento gratuito per famiglie: con altre madri e padri, e il supporto di educatrici, abbiamo creato un progetto autogestito di crescita in natura per bimbe e bimbi dai 2 ai 6 anni. Finalmente abbiamo trovato una buona “base operativa” e possiamo accogliere nuove bimbe, bimbi,  famiglie. Siamo in un casale nel bosco, in zona Pisana. Domenica 17 febbraio presentiamo il nostro percorso. Abbiamo anche costituito un’associazione: “BiSogno di natura”. Ecco il programma della giornata: Dalle 10.30 brunch, giochi, laboratori, letture, passeggiata nel bosco e presentazione del progetto. Ingresso libero.

via Luigi Moretti 24 Roma

info 3407915916

boscodeibambini@gmail.com

https://www.facebook.com/BiSognodiNatura/

https://www.facebook.com/events/2024804317637446/

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Status migrante

Status migrante

Posted by on Feb 1, 2019 in blog | 0 comments

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In questo periodo, grazie a un progetto artistico a cui stiamo lavorando, sto conoscendo un ragazzo di 27 anni originario del Gambia, Da anni vive in Italia bloccato dalla burocrazia, tra centri di accoglienza, rifugi improvvisati, sprar, etc. in cerca di lavoro con contratto (ha lavorato in un ristorante), in attesa del passaporto/visto o qualcosa del genere, per andare in Inghilterra, dove vive sua sorella, col marito e la figlia. Non ha amici italiani, o amiche, anche perché l’hanno deportato in varie città italiane da quando era giovanissimo e parla poco italiano, molto bene inglese. ora sta in uno sprar a Roma. l’abbiamo conosciuto per caso in un posto occupato che Salvini si è vantato di aver fatto sgomberare, buttando un mare di gente per strada, solo per farsi il bello davanti alle telecamere, non certo per risolvere il problema. Lo S.P.R.A.R. per i tagli e altre questioni..non organizza nessuna attività, a parte il corso di italiano, e i ragazzi non hanno nulla da fare, a meno che non si autorganizzano, in prossimità di questo centro c’è un grande carcere, dei motel, pochi bar, una scuola gestita da salesiani che sembra una prigione da fuori. è tutto molto alienante, non si capisce come questi ragazzi dovrebbero fare amicizia, creare comunità. anche tra di loro è difficile, non possono nemmeno cucinare e farsi la spesa, non possono avere una stufa in camera, non possono scegliere con chi abitare nella stessa stanza, separano gli amici. però non è un carcere, tutti ci tengono a precisare.. ma infatti è l’Italia il carcere. Forse l’intero pianeta si sta trasformando in un carcere. Possono uscire dallo sprar certo, ma non possono chiacchierare con una persona che viene da fuori dentro lo sprar, nemmeno in cortile, per tutto ci vuole un’autorizzazione, oggi l’hanno rimproverato per averci dato appuntamento dentro e così siamo usciti. può uscire, in Italia..però se vuole andare un fine settimana a trovare sua sorella in UK, anche se avesse i soldi, non potrebbe andare.. solo perché viene dall’Africa ed è mediamente povero (lo è diventato, perché gli hanno hackerato il conto, ma viene da una famiglia non povera, suo padre fa anche viaggi internazionali per lavoro). E quindi, se vuole andare in Inghilterra è condannato a restare in Italia per ancora non si sa quanto tempo, a imparare l’Italiano, a trovare lavoro in Italia, e a non essere con gli stessi diritti degli italiani. Niente di nuovo, ma è bene ricordarselo. Un mio amico italiano che vive in Inghilterra l’altro giorno mi ha detto che nonostante tutto, questo è il momento della storia dell’umanità occidentale di maggiore libertà, forse è vero, per le donne di un certo rango sicuramente, ma a me sembra ovvio che questa libertà non è per tutt* ed è solo apparente, siamo tutti schiavi del capitalismo e continuiamo a creare schiavitù. quando ci svegliamo? P.s. per creare comunità e favorire l’inclusione basta cucinare insieme, giocare, fare quattro chiacchiere, andare insieme a un concerto, a una mostra, fare tandem linguistici e cercare di approfondire le relazioni, non basta scambiarsi un numero, chattare su what’s up, i corpi sono fondamentali, gli spazi da aprire e condividere. Sì, abbiamo culture diverse e quindi? Di cosa abbiamo veramente paura? Possiamo provare intanto a conoscerci, visto che condividiamo lo stesso pezzo di pianeta, ci incontriamo ogni giorno e ci ostiniamo a ignorarci o mantenere rapporti gerarchici? Non significa chissà quale sacrificio o opera di beneficenza, si tratta solo di fare amicizia, o almeno essere meno indifferenti, o diffidenti, guardarci negli occhi, imparare ad ascoltare. il dramma forse è che non ci prendiamo il tempo di farlo nemmeno con noi stessi, figuriamoci con un ALTRO, più povero, magari musulmano e nero.





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***Giulia In Forma***

***Giulia In Forma***

Posted by on Gen 29, 2019 in blog | 0 comments

Ancora c’è chi si illude di stare bene in questo clima (sociale/politico/ambientale/relazionale/antropologico..). Ancora c’è chi sta “bene” mentre partecipa più o meno attivamente a questa parodia dell’ultima cena, già scritta, già vista, come se non si potesse immaginare qualcosa di NUOVO nella storia; ancora tra noi c’è chi si ostina a stare bene (sembra un paradosso..) mentre dei suoi “simili” decidono di continuare ad impoverire le masse, saccheggiare le risorse del pianeta, inquinare, pisciare continuamente fuori dal vaso, per accentrare potere, facendolo percepire come un “bisogno” di tutti, nell’ipocrisia del tacito accordo vittime_carnefici: come se a un’oligarchia strapotente che ignora la complessità dell’esistenza, potesse realmente interessare qualcosa dei bisogni di chi vuole che continui ad essere suo schiavo. Ma chi è questo “genio del male”, sul serio è così lontano da noi, iperprotetto nelle sue stanze segrete da cui eterodirige lo spettacolo? da chi è composto questo gruppo di brillanti ed evoluti geni col pedigree? Da chi è composto l’esercito che esegue il suo mandato? Chi è che Deporta, sottomette, sgombera da luoghi orripilanti pieni dei nostri scarti industriali centinaia di persone? chi divide, picchia duro, anche alla testa, per distruggere le radici di comunità di “altri” percepiti come meno “appartenenti”alla tribù, spazzatura ambulante da far scomparire, disintegrare.. sembrano apparentemente lontani da noi questi esseri che eseguono la volontà del loro dio, di chi gli urla che è giusto punire, sorvegliare, dividere e infine fare scomparire ogni memoria del loro passaggio su questa cavolo di Terra. Eppure sono in mezzo a noi, i Geni e il loro esercito, entrano perfino nei nostri corpi. pensa. e non sono solo maschi. pensa. la vita sembra continuare, nonostante la banalità del male. così sembra. e tutto sembra così distante, eppure così vicino.. anche noi a volte facciamo dei lavori che non ci piace fare, anche noi, a volte, pur di riuscire a sopravvivere, diveniamo meri esecutori di un mandato. possibile che non esista un’alternativa a questa forma? anche noi, ovviamente, siamo colonizzati nel profondo da pensieri di paura, a nostra volta ci adeguiamo alla narrazione dominante, o siamo troppo presi dal tentare di tenere a galla i vecchi schemi di sopravvivenza per trovare l’energia che serve a cambiare radicalmente la realtà che non ci soddisfa pienamente. E dunque: come si cambiano i sistemi di potere fondati su superstizioni, inganni e ricatti? da dove ricominciare? Alcuni e alcune hanno già sperimentato sulla propria pelle che non è più tempo di lottare contro il padrone con le stesse armi del padrone, è chiaro, non funziona, già fatto, eppure continuiamo a scrivere su fb come se fosse una piazza reale pronta a mettere i corpi a servizio della rivoluzione. Internet ci rassicura, lo sappiamo, continua ad alimentare un’illusione di connessione. tutti fanno parte di internet, tutti, sono internet..al tempo stesso ci trinceriamo in vecchie fortezze, in valori antiquati che ci ostiniamo a rivendicare e difendere. pur consapevoli (più o meno..) che le merci siamo noi, non soltanto consumatori e sudditi, non ci bastava, il padrone ha sempre più fame e desiderio di conquista e controllo. Ci sentiamo invasi, siamo talmente bombardati e anestetizzati da miliardi di notizie di presunte emergenze da aver perso fiducia nel nostro sentire. Ci coccoliamo con l’ennesima serie tv, l’ennesimo videogioco, l’ennesima birra, vino, magari biodinamico, l’ennesima distrazione, l’ennesimo psicofarmaco “soft”, l’ennesima droga, perché non abbiamo il coraggio di guardarci allo specchio, per come ci siamo ridotti.
Ne abbiamo fin sopra i capelli (nel vero senso materiale dell’immagine) di presunti valori instillati goccia per goccia da secoli e secoli di ideologie repressive fondate sul dominio, le gerarchie, la proprietà privata come unico, quasi ovvio, orizzonte. avete rotto, davvero, io stessa stavo quasi per soccombere dallo schifo che mi facevo, poco tempo fa, nel cercare di essere accettata, seppur inconsciamente, da questa spietata tribù.. ero lì, come molti di noi, a osservare i contenuti di questi social, per nulla democratici, e farmi condizionare, farmi rendere impotente, ancora di più, sempre più a fondo. La mia anima ora si ribella. Il mio corpo ha bisogno di espandersi, sciogliersi, trasformarsi, entrare in contatto reale con gli altri. Esco dal mio paradiso terrestre/gabbia, la mia casa si apre, la porta d’ingresso si scardina da sola, come per magia, le farfalle dal mio stomaco prendono il volo e non c’è alcuna frontiera che possa bloccarle. Osservo quella che credo essere me, il riflesso di quei modelli, quelle idee così lontane dalla MIA natura, inculcate a suon di repressione, punizioni, giudizi, narrazioni ideologiche che non tengono conto di bisogni ed emozioni personali. E mi apro con gioia estatica al futuro. Il futuro è già qui, fuori e dentro le nostre stupide menti ovattate dal capitalismo, ci sorride, bello come il sole, anche se noi continuiamo a “resistere”, per mancanza di fiducia, vecchi retaggi, paura di perdere il proprio stupido rango, piuttosto che godere della vita, diffondere felicità. La felicità, quella vera, non quella edulcolorata, fa paura, siamo troppo dipendenti dalle narrazioni di sofferenza, perché la sofferenza, così incompresa, inculcata, ipernarrata, ipermostrata, come fosse uno stigma dei nostri tempi, è un modo in cui stupidamente, umanamente, ci illudiamo di poter controllare l’altro, o noi stessi, o preferiamo essere succubi e dipendenti piuttosto che assumerci le nostre responsabilità, divenire concretamente interdipendenti. Amare la vita in ogni sua parte, quindi anche capire la sofferenza, non significa che non possiamo mettere in crisi tutti i rapporti di forza, i meccanismi che ci fanno inutilmente soffrire. Non so in verità che sto scrivendo esattamente, e perché stamattina in particolare ho questo flusso da condividere: è difficile per me tradurlo in parole, il mio sentire viene imbrigliato, addomesticato da un linguaggio che invece che aprire possibilità me le nega, allora perché in automatico ho scelto un linguaggio così prosaico e dualistico?! Sento nel profondo che i nostri corpi sono pronti a esplodere, improvvisare una danza rituale, reale, per liberarci, insieme, niente di particolarmente performativo, tutta roba semplice, ma non semplicistica. Nessun nemico, nessun amico, siamo tutti custodi del pianeta, pezzi di lava incandescente nell’oceano, orgasmi pronti a moltiplicarsi e perdersi nell’utero infinito dell’universo, e siamo anche l’Universo, che crea, continuamente. Forse il punto è ricordarcelo e vicenda e non cercare di bloccare il movimento..in ogni caso avverrà, è già in atto, non occorre il nostro consenso razionale ed esplicito..





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Master in Pedagogia Teatrale per contesti educativi

Master in Pedagogia Teatrale per contesti educativi

Posted by on Dic 18, 2018 in blog | 0 comments

master diploma

Domenica scorsa ho discusso la mia tesi per il Master in Pedagogia Teatrale in contesti educativi dal titolo “Per un teatro a voce piccola – Gestazione e progettazione di un laboratorio teatrale per una scuola primaria (in) particolare”. Sono molto felice! Anche perché è un lavoro che nasce da una sperimentazione nella scuola primaria in cui ho lavorato negli scorsi mesi. Grazie a tutti coloro che mi hanno sostenuta in questo ricchissimo percorso, in particolare grazie ai bambini della primaria Vaccari, alle mie colleghe, a tutti i docenti del master, ai compagni e in particolare alla mia fantastica relatrice Stefania Papirio. Grazie a Giovanna La Maestra, che è una grande insegnante, educatrice, arteterapista e artista (in appendice, quando la pubblicherò sul sito, troverete una sua intervista molto speciale), e infine un grazie infinito al mio compagno, Giulio Lo Greco e a mia figlia, Stella Lu Giordano, per la loro stupefacente Presenza. Auguri a me e a tutti voi che mi leggete!





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“Lampedusa è unnegghiè” – Grazie Davide Enia

“Lampedusa è unnegghiè” – Grazie Davide Enia

Posted by on Ott 26, 2018 in blog | 0 comments

Mi addormento con Due Mondi da Anima Latina in testa e mi sveglio con mia figlia che vuole fare OHM tutti insieme sul letto, in risposta al fatto che dalle 7 e trenta sto raccontando lo spettacolo di Davide Enia al mio compagno, mezza sonnambula. A proposito: non perdetelo, ora è al teatro India, poi sarà a Palermo. Le ho portato il libro di Davide edito da Sellerio in regalo, è un libro su Lampedusa, sui naufragi, sulla nostra origine, che leggerà se vuole quando sarà un po’ più grande. Stanotte, seppur poco, ho dormito benissimo, perché ieri a teatro ho visto uno spettacolo stupendo, ho visto intere classi di liceo con gli occhi lucidi e i cuori squarciati, che respiravano allo stesso ritmo dell’attore, ho visto anziani borghesi fermarsi in silenzio dopo lo spettacolo, guardarsi dentro, ho visto tanti colleghi pieni di gratitudine e ammirazione. Ho visto me e ho capito che nell’ultima parte della mia vita mi sono “chiusa in casa”, nei miei problemi ombelicali, familiari, nei miei sogni di vita ideale in un mondo perfetto, piuttosto che fondermi con questa complessità umana, pur avendo in passato aiutato delle persone, aver cenato e dormito con le persone in fuga dal CARA di Mineo e da altri centri, in cerca di un futuro più libero, pur avendo occupato con loro il Comune di Messina per far chiudere la tendopoli..pur avendo letto milioni di articoli, libri, pur essendo dalla nascita di sinistra se non di più, .pur essendo cresciuta fin da piccola vedendo documentari girati in Congo, avendo avuto amici adottati negli anni ’80, pur frequentando principalmente amici di ogni età comunisti, anarchici, cattolici, ma sempre aperti ad accogliere le persone in difficoltà e quando è il caso a lottare al loro fianco. Io come molti altri mi sono sentita distante. distante da Lampedusa, distante da Baobab, dalle ong, distante dai problemi degli altri, come se gli altri non fossero collegati a me. Parlo di una distanza di corpi, non intellettuale ovviamente. Questa distanza si è colmata in parte, per fortuna,  grazie alla scuola pubblica in cui lavoro da un mese come educatrice al doposcuola con bimbi figli di migranti e “italiani” e con cui facciamo esperienze di teatro e molti giochi; e grazie alla mia collega del pre-scuola, Ana, che da quando aveva 15 anni vive qua, perché sua madre ha sposato un italiano e ha un fratello italiano, ma nonostante ciò ogni anno deve pagare tanti soldi per il permesso di soggiorno e sua madre che da 40 anni versa i contributi in italia, ha un figlio e un marito italiano, ancora non ha la cittadinanza perché ogni volta che deve andare in Perù le pratiche vengono annullate e deve ricominciare, sborsare un sacco di soldi..Sua madre è morta l’anno scorso, la nonna di Ana, la signora ovviamente ha voluto trascorrere un po’ di tempo con lei, per accompagnarla e prendersi cura di lei, due mesi. e solo per questo ha perso il diritto alla cittadinanza italiana, adesso deve ricominciare. Da quando c’è la lega al governo ancor peggio. Io penso sempre che bisognerebbe abbattere le frontiere, parlare con calma coi fascisti, non diventando altrettanto violenti, (anche se l’istinto sarebbe di spedirli nei carceri libici…) ma praticamente non faccio nulla di radicale, non voglio andare in carcere, voglio vivere bene. Ora però non è più il tempo di condividere articoli sui social e chiacchierare con gli amici su questi temi, è il tempo di riempire le strade, i mari, i bar, i teatri, i cinema, le scuole di Amore.
Buongiorno a tutti, che sia davvero un giorno buono per tutti e non solo per voi che potete leggermi. p.s. Grazie Stella Lu. Adoro la sigla di Trulli Tales su Rai Yoyo. Mi mette sempre il buon umore. w lo sciopero generale che mi ha permesso di iniziare la giornata come desideravo, almeno oggi.

L’abisso di Davide Enia

http://www.davideenia.org/





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